pietra

LA STORIA

Scolpire la pietra vuol dire “togliere” con metodo, lisciatura dopo lisciatura, dalla materia grezza grumi di eccedenza, eccedenze che, nello scomparire mano a mano, lasciano quella levigatezza ai volti, alle forme curvilinee.
La pietra, nelle eccezioni dell’ alabastro prima, poi il marmo di Carrara e il travertino con la venuta in Maremma. Venature dei marmi, striature colorate del travertino, nelle cave lo scultore scegli quel grezzo ed intuisce l’esito finale.
Lo scultore ha l'abilità di manipolare la materia inanimata per conferirle quel guizzo vitalistico, pieno di rimandi ad una narrativa.
Nel mondo egizio e orientale erano già note tutte le tecniche della scultura; il materiale di maggior uso era la pietra (granito, basalto, porfido e altre). In Grecia si usarono dapprima il calcare e l'arenaria, più tardi si preferì il marmo pario il cui uso aveva un'antica tradizione. Presso gli Etruschi si usò la terracotta vivacemente dipinta per le sculture architettoniche dei templi e pietra locale (peperino, nenfro, alabastro) per le sculture tombali.
In età romana imperiale fu largamente usato il marmo policromo di diverse provenienze. La tecnica usata per le statue di grandi dimensioni era il sistema dei 'punti': da un piccolo modello di cera o da un bozzetto in terracotta, si riportavano le misure sulla pietra con una sorta di pantografo.
Non si conobbe nel primo Medioevo e nell'età barbarica una vera e propria scultura in pietra se non in elementari forme espressive quali il graffito e l'incisione.

IN ITALIA

Dal rinascimento al Neoclassicismo
Il XVI secolo si caratterizza per tre grandi movimenti artistici strettamente legati l'un l'altro: il Rinascimento, il Manierismo ed il Barocco.
Con il Rinascimento si assiste ad una riscoperta dell'arte classica, sotto l'influenza degli scavi di Pompei ed Ercolano, e la scultura diviene oggetto d'interesse delle classi più ricche.
La scultura non è più legata all'architettura ma diventa protagonista. Le statue assumono toni sempre più realistici, per via del continuo studio dell'anatomia umana. In questo movimento, spicca il nome di Michelangelo Buonarroti.
Successivamente segue il manierismo, che non è altro che uno stile più virtuosistico, e più complesso nelle forme. Gli scultori manieristi imitarono gli scultori rinascimentali, e perfezionarono le loro opere. Le statue sono più virtuosistiche e vogliono spingere il visitatore a guardarle con più attenzione.
Lo stile barocco, sviluppatosi inizialmente a Roma, si impose presto in tutt'Italia, dove rimase dominante per tutto il XVII secolo, e fu l'arte della Chiesa vincitrice sulla Riforma Protestante. Perciò la scultura doveva essere fortemente dinamica, con basiliche grandissime, e non dovevano essere solo private ma anche pubbliche, a rispecchiare il fasto e la potenza della Chiesa.
Grande protagonista di questo movimento culturale fu Gian Lorenzo Bernini, che seppe dare un nuovo linguaggio di quest'arte, con il movimento delle forme immerse nello spazio.
Verso la fine del XVIII secolo, in opposizione al Barocco, si sviluppò il neoclassicismo, caratterizzato da una riscoperta dell'arte classica,che si tradusse nella scultura, nella semplicità e nella regolarità delle forme cosi come nell'assenza di elementi superflui. Tra i grandi scultori dell'epoca si annovera Antonio Canova (1757-1822).